MUFFA perchè si forma, come si elimina

Cos'è la muffa nelle strutture edilizie?

Con il termine muffa si intende la presenza di veri e propri funghi di specie differenti che si annida un porzioni più o meno estese delle pareti di casa in una o più stanze. La muffa all'interno degli edifici, oltre a causare danni visibili sulle murature, sono pericolose per la salute umana in quanto, alcune specie, rilasciano tossine particolarmente aggressive a tal punto da poter causare infezioni o lesioni polmonari, soprattutto nei soggetti a rischio. Evitare l'insorgere della muffa è un impegno a cui ciascuno di noi non deve sottrarsi per il proprio bene e quello dei propri famigliari.

Quando si forma la muffa?

Per capire quando si forma la muffa è necessario comprendere cos'è la "condensazione superficiale", fenomeno fisico che può avviene all'interno dei locali in certe condizioni igrotermiche. Alcune specie di muffe, sono in grado addirittura di crescere un po' prima dell'insorgenza di tale fenomeno. Ecco perché è importante conoscerlo.

Umidità relativa

Nell'aria è sempre presente vapore acqueo in misura variabile. Ad ogni temperatura dell'aria nell'ambiente interno è associata una quantità massima di vapore che può essere contenuta nell'aria stessa: la quantità di vapore acqueo massima è tanto più grande quanto più alta è la temperatura. La quantità di vapore acqueo presente nell'ambiente rispetto a quanto l'ambiente può contenere si chiama umidità relativa abbreviata con UR [%]. Se la UR arriva al 100% avviene il fenomeno fisico della condensazione cioè il passaggio di stato da gassoso a liquido. Per evitare il rischio di condensazione si possono mettere in atto due strategie: aumentare la temperatura interna (l'ambiente potrà contenere più vapor d'acqua), asportare vapore all'aria tramite la ventilazione naturale o meccanica dell'ambiente.

Condensazione superficiale

La condensazione dell'aria su una superficie si verifica per effetto di uno dei seguenti fenomeni:
- la temperatura della superficie è più bassa della temperatura di rugiada;
- oppure il contenuto di vapore nell'aria cresce fino a raggiungere la saturazione.

In condizioni "normali" sia l'umidità dell'ambiente che la temperatura superficiale interna delle strutture sono tali da non creare problemi di condensazione. Cosa avviene invece in condizioni critiche? Facciamo un parallelo su ciò che avviene nella vita quotidiana e cioè una doccia calda ed una lattina prelevata dal frigorifero. Nel primo caso assistiamo alla formazione di condensa sulle superfici del bagno (lo specchio appannato, le piastrelle bagnate, ecc) perché con la nostra doccia abbiamo caricato di umidità l'aria dell'ambiente; nel secondo caso invece la condensa si verifica perché la temperatura della lattina è così inferiore della soglia critica tanto che l'aria ambiente pur in condizioni d'umidità normali, quando ne lambisce la superficie, rilascia istantaneamente il proprio carico di vapore creando l'effetto "lattina bagnata". In sintesi, le cause da ricercare per capire/risolvere il problema della condensa superficiale sono due: la temperatura delle superfici e l'umidità dell'ambiente.

Quando siamo in presenza di rischio muffa?

Per quanto sopra esposto, le condizioni sono due:
- abbassamento della temperatura delle superfici o la presenza di elementi a temperatura inferiore alla soglia di rugiada;
- aumento di umidità dell'ambiente fino alla soglia massima accettabile.

La verifica del rischio avviene attraverso il confronto tra la temperatura superficiale interna della struttura (muro, soffitto, pavimento, ecc) e la temperatura minima accettabile per evitare la condensazione (temperatura di rugiada). Senza addentrarci nel calcolo possiamo affermare in linea generale che la condizione limite di umidità relativa superficiale è pari al 80%.

Il progettista tramite il diagramma psicrometrico, valuta la temperatura critica superficiale a seconda della temperatura ambiente ed all'umidità relativa dell'ambiente.
Ad esempio: in un ambiente riscaldato a 20°C ed avente umidità relativa "normale" pari al 65%, la temperatura limite del muro affinché non vi sia rischio di formazione muffa è pari a 16,7°C!

Perché vedo la muffa negli angoli delle stanze?

Il motivo è spiegato nell'ultima riga del capoverso precedente. Se una stanza è riscaldata a 20°C, le pareti interne di confine con le altre stanze, avranno anch'esse una temperatura superficiale di 20'°C. Ma le pareti esterne? Entra il gioco la coibentazione delle stesse: se la mia parete non è coibentata sicuramente avrà una temperatura più bassa di 20° sulla faccia interna. Quanto più bassa dipende da come è costruita la parete ma sicuramente il punto a temperatura inferiore sarà proprio l'angolo nel quale, probabilmente, abbiamo la T superficiale inferiore ai 16,7°C!

Come risolviamo il problema?

Il problema muffa NON si combatte con prodotti chimici per distruggerne le spore, tanto meno con miracolosi tinteggi. Abbiamo capito quali sono le cause per cui dobbiamo agire sulla prevenzione del problema non sull'eliminazione!

Come già accennato le due strategie vincenti sono: coibentazione delle strutture e ventilazione degli ambienti. Più in specifico, per quanto riguarda la coibentazione, l'ideale è l'esecuzione della coibentazione a cappotto esterno. L'operazione però deve essere attentamente valutata dal progettista perché risulta di fondamentale importanza lo studio approfondito dei ponti termici (zone a discontinuità geometrica o difformità di materiale - come proprio ad esempio l'angolo tra muro e soffitto).

La seconda possibilità è la ventilazione dei locali per asportare vapore all'aria quando ve ne è la necessità. La ventilazione può essere effettuata in modo manuale tramite l'apertura della finestra ma ciò comporta anche la dispersione di calore verso l'esterno. La ventilazione può essere anche "controllata" ed assume la denominazione VMC (Ventiulazione Meccanica Controllata). Sono disponibili sul mercato, già da diversi anni, apparati elettrici (più o meno complessi ed anche canalizzabili) che permettono di prelevare aria esterna ed immetterla nell'ambiente interno a temperatura leggermente più bassa di quella interna tramite un "recuperatore di calore" così da evitare l'immissione di aria fredda.

Falsi miti

Non faccio il cappotto perché il muro non respira.
Se sono all'interno di una stanza e soffio verso il muro, l'aria non esce dall'altra parte! Sarà una banalità ma tante persone sono convinte che sia così. Quello che avviene nella muratura è una cosa diversa che è la migrazione di vapore acqueo nei vari strati che compongono la struttura. La permeabilità al vapore acqueo è una caratteristica fondamentale per mantenere il buon funzionamento dell'involucro edilizio ed è effettivamente molto utile per smaltire eventuale acqua di costruzione residua o piccoli accumuli di condensa all'interno della struttura.

E' sbagliato però aspettarsi che attraverso la sola traspirabilità della muratura si possa garantire il corretto numero di ricambi d'aria all'interno di un ambiente confinato. Infatti, anche l'involucro più traspirante, avrà una capacità di circa 100 volte inferiore rispetto alla ventilazione di un locale ad esempio attraverso l'apertura di una finestra o tramite la VMC.
Il flusso di vapore attraverso la parete è calcolabile. Il progettista è in grado di calcolare, in funzione della composizione della muratura (es. intonaco interno, mattoni pieni, intonaco, cappotto esterno) la permeabilità al vapore che la muratura è in grado di offrire ed anche la quantità in g/h di vapore trasmessa.

Lo staff della ditta Aedificando srl è in grado di analizzare il problema della muffa e valutarne le possibili soluzioni!

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